BINGE-EATING

La prevalenza del disturbo nella popolazione con età maggiore di 18 anni è dell’1,6% nel sesso femminile e dello 0,8% tra i maschi.

Per fare diagnosi di Binge Eating è necessario il verificarsi di ricorrenti episodi di abbuffata associati a tre o più dei seguenti aspetti: mangiare molto più rapidamente del normale, mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni, mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente affamati, mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando, sentirsi disgustati verso sé stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio di abbuffata. È presente marcato disagio durante alle abbuffate, le quali non sono associate a condotte compensatorie (come invece accade nella bulimia nervosa).

Le persone con diagnosi di Binge Eating si preoccupano molto del loro comportamento e lo ritengono un serio problema, sia per la sensazione di perdita di controllo sia per le implicazioni delle abbuffate sul peso e sulla salute.

Il tasso di remissione è di circa l’80% e la migrazione verso l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa è rara.

Dalle nuove line guida del National Institute for Clinical Excellence (NICE) aggiornate nel Maggio del 2017 è emerso che la Terapia Cognitivo Comportamentale Migliorata (CBT-E) è il solo trattamento raccomandato per tutti i disturbi dell’alimentazione e per tutte le età. Tale trattamento analizza e tratta i processi cognitivi e i comportamenti implicati nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione.

Presso Spazio Clinico 21 si trova l’Unità Operativa Locale (UOL) di Carpi dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso. AIDAP è un’associazione indipendente e senza fini di lucro che ha lo di scopo condividere la conoscenza e la cultura sulla prevenzione, educazione, trattamento e ricerca dei disturbi alimentari e dell’obesità: www.aidap.org/carpi

Lo psicoterapeuta

Lo Psicoterapeuta è un professionista della salute con laurea triennale e magistrale (biennale), con relativo tirocinio formativo, in Psicologia o Medicina che ha conseguito una formazione specifica (teorica e pratica) di durata quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR secondo la normativa vigente. Il professionista è iscritto ad un Ordine Professionale.

 

Attraverso il suo lavoro e l’impiego di tecniche scientificamente validate aiuta la persona a ristabilire uno stato di benessere emotivo, psicologico e comportamentale in molteplici aree della sua vita. Il lavoro è orientato a far sì che la persona sia parte attiva nel processo di cambiamento e nel raggiungimento del suo stato di benessere.

 

Il professionista nel suo operato segue rigorosamente le norme del Codice Deontologico.